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         25 ottobre 2016 - Michele La Torre

La "fondamentale" differenza tra la spesa per il consumo e la spesa per investimento

 

 

Una famiglia, qualunque sia il numero dei suoi componenti, ottiene un reddito che viene utilizzato (speso) per acquistare beni e servizi indispensabili per soddisfare i bisogni della stessa famiglia, da essa ritenuti indispensabili al mantenimento minimo. Un’altra parte del reddito, talvolta, viene accantonata, per essere utilizzata in futuro, (spesa) per acquistare altri beni e/o servizi.

Questa seconda parte, che costituisce il risparmio, può servire ad acquistare beni durevoli (immobili, auto, ecc.), oppure servizi finanziari atti a far fruttare o a conservare un capitale, o un accumulo di capitale.

Questo secondo tipo di spesa costituisce un investimento, in quanto destinata a beni e/o servizi di utilità pluriennale (cioè che danno una utilità scaglionata nel tempo, e subiscono un deterioramento, che in gergo tecnico viene chiamato ammortamento).

Per una impresa, la spesa per gli investimenti è quella che viene effettuata allo scopo di ottenere dei profitti futuri, e si fanno in funzione della previsione che l’imprenditore ha della domanda futura da parte dei consumatori.

Gli investimenti possono riguardare anche beni immateriali, come le spese per il capitale umano (formazione, istruzione) che possono incrementare la produttività delle risorse umane (familiari o d’impresa).

Per orientarsi tra consumo  e investimento, occorre avere presente che ognuno ha una propensione marginale al consumo e al risparmio diversa. All’aumentare del reddito, ogni soggetto orienta in maniera diversa le proprie scelte economiche.

Ogni famiglia, ogni impresa, ogni ente lungimirante, deve sforzarsi per risparmiare, allo scopo di  realizzare spese per investimento, oltre che spese per consumi. 

         04 ottobre 2016 - Michele La Torre

GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI SONO ANCORA UN BUON AFFARE?

 

Siamo in un periodo di bassa inflazione, bassi tassi di interesse, e bassi rendimenti degli investimenti finanziari. Per ottenere rendimenti interessanti occorre rischiare di più, e dunque in periodi come questo si ritorna a pensare al mattone. La discesa dei tassi di interesse ha reso infatti più interessante la possibilità di contrarre mutui per l’acquisto immobiliare con una rata accettabile per una bassa quota di interessi.

Anche l’investimento immobiliare, però, non è più sicuro come una volta.

La crisi delle vendite di immobili rende incerto il ritorno di un’operazione fatta allo scopo di speculare (si discute di investimento non in caso di acquisto per esigenze di abitazione); nell’ottica invece di ottenere un rendimento periodico dall’immobile concesso in locazione per i canoni di affitto, anche qui non ci sono grandi certezze, perché l’alea e il rischio di avere inquilini morosi è ancora abbastanza alto. Dunque la creazione di cash-flow anche qui non è assicurata.

In ogni caso una cosa importante per fare buoni investimenti immobiliari è acquistare a prezzi bassi: in periodi di crisi trovare un immobile a prezzi stracciati non è difficilissimo, occorre avere però pazienza e dedicarsi bene alla trattativa. E’ sconsigliato chiedere a chi non ha esigenza di vendere: si perde solo tempo, perché l’acquisto non sarà sicuramente ad un prezzo-target vantaggioso.

Ecco perché sono molto preferiti in questi periodi gli acquisti alle aste immobiliari: i prezzi scendono ad ogni vendita deserta del 20% circa in media, e nel giro di pochi mesi si può ritrovare un immobile del valore di 100mila euro ad un prezzo in vendita base d’asta di 40 mila euro o anche meno.

Un altro incentivo all’acquisto di immobili all’asta è derivato dalle agevolazioni fiscali: se dichiari che intendi rivendere l’immobile entro due anni, si godrà della tassazione di 200 euro fisse per imposta di registro, anziché del 9% del valore dichiarato. Inoltre se si intende mettere a profitto l’immobile, nelle more di rivenderlo e ottenere un’eventuale plusvalenza, sarebbe consigliato che le varie spese di gestione, manutenzione, amministrazione e fiscali possano essere decurtate dall’introito ottenuto per i canoni incassati. Dunque è consigliabile valutare di acquistare l’immobile sotto una forma societaria, anziché a titolo personale.

 

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